Wassilissa

Un uomo viveva con sua figlia Wassilissa, due figliastre e la sua seconda moglie (in una vecchia capanna / fuori nel bosco). Le tre donne erano gelose di Wassilissa, della sua bellezza e della sua diligenza nel lavoro e sempre la tormentavano sottoponendola a dure prove, costringendola a servirle. Di fronte alle avversità, una bambolina viene in suo aiuto, una bambolina che la sua mamma le aveva dato, insieme alla sua benedizione, sul letto di morte. Un giorno, per sbarazzarsi di lei, Wassilissa viene mandata nella foresta dalla Baba Jaga, la strega, per cercare il fuoco. La Baba Jaga glielo promette a condizione che onori alcuni compiti che la strega le darà. La bambola la consiglia e la aiuta a compiere tutto ciò che le viene chiesto, perché abbia salva la vita. Wassilissa adempie la sua missione e la Baba Jaga, come promesso, le dà in cambio un teschio pieno di braci ardenti. Quando torna a casa, dapprima viene accolta con gioia, poiché la luce e il fuoco sono scomparsi dal giorno della sua partenza. Ma il teschio, con le orbite scintillanti, insegue la matrigna e le sorellastre e le riduce in cenere. Wassilissa diventò, con l'aiuto della sua bambola, un'eccellente tessitrice. Ben presto anche lo zar le affidò la realizzazione delle sue camicie e arrivò al punto di innamorarsene e vissero felici fino alla fine dei loro giorni.



Soggetto

Wassilissa affronta coraggiosamente la misteriosa Baba Jaga fissando il cranio ardente. E sopravvive.

Questa fiaba ci insegna che siamo chiamati a guardare le cose più da vicino. Per vedere davvero cosa succede in questo mondo ma anche dentro di noi, per sviluppare una sana capacità di discernimento. Cosa è buono, cosa è cattivo? O in altre parole: cosa ci fa stare bene oppure no?

Chi coltiva il suo rapporto con il suo mondo interiore, trova la forza per cercare la fiamma essenziale, per usare la sua forza vitale. Un potere capace di sfidare il grande fuoco della vita e di mantenere una visione chiara. Un coraggioso confronto con se stessi.

Trascrizione

Nicole interpreta Wassilissa e la matrigna, Martin il padre, la matrigna, la Baba Jaga e lo zar. Gli oggetti di scena sono un telaio di dodici metri, tre piccoli gradini, una pentola di rame con gigantesche posate di legno, fumo e fuoco a disposizione, per non parlare di 4 teschi. Il testo parlato permette al pubblico di comprendere lo svolgersi della storia, la musica ne assume la carica emotiva, tra tristezza, gioia, paura, suspense e speranza.

Le sequenze acrobatiche traducono in azione tutto ciò che le parole non dicono, aprendo nuove prospettive nelle diverse parti dello spettacolo, toccando altri canali sensoriali. La messa in scena di questa fiaba russa, altro non è che un invito a entrare nuovamente nel mondo di Nicole & Martin. Di volta in volta semplice e multiforme, drammatico e serio, divertente e leggero.

Produzione: Nicole & Martin
Autore: Fiabba tradizionale della Russia
Adattamento teatrale: Nicole & Martin e Dominique Saner
Recitazione e direzione artistica: Nicole Gubler Schranz
Recitazione e direzione tecnica: Martin Gubler
Regia: Dominique Saner
Equestre, scena del gruppo musicale: Nathen Robinsen, Johanna Sudbrack, Taeke Kelling, Celia Vickers
Coreografia danza: Andrea Herdeg
Costumi, consulenza artistica: Maria Lehmann-Wipplinger
Direzione atelier sede invernale (costumi e oggetti di scena): Ruth Mäusli
Lavori di cucitura: Salome Egger
Traduzione testi in italiano: Elsiabetta Paduano

Support:
Ernst Göhner Stiftung
Swisslos Basellandschaft
Kulturelles Baselland
Fachausschuss Tanz Theater Baselland
Schweizerische Interpretenstiftung
Kulturpark Swisslos Baselstadt
The Ramsay Foundation